Da pochi giorni è disponibile su Amazon sia in formato cartaceo che, come e-book, la biografia di Carlo del Prete. Ad oggi non esisteva una biografia di Carlo del Prete, una pubblicazione che raccogliesse in un unico corpo le tante notizie reperibili su vari testi e documenti.
Con questo libro l’autore, Paolo Pescucci, spera di contribuire a diffondere la conoscenza dell’aviatore, del giovane Eroe, che per troppi anni era caduto in un oblio immeritato.
Grazie ad Alessandra Zita del Prete, nipote di Carlo del Prete, l’autore della biografia si è reso conto della personalità eccezionale che stava incontrando, della sua grandezza seppur nella breve vita, del messaggio valoriale che ci trasmette. Gli è venuto spontaneo il definirlo “Eroe senza Tempo” e spera che questa definizione sia vieppiù accettata.
Carlo Del Prete (Lucca, 21 agosto 1897 – Rio de Janeiro, 16 agosto 1928) è stato pilota militare, celebre per le sue trasvolate con Francesco De Pinedo e con Arturo Ferrarin, che lo portarono nelle Americhe, stabilendo diversi record di permanenza in volo e di distanza percorsa.
Entrato giovanissimo in Accademia Navale, a Livorno, partecipò alla guerra di Libia. Nel 1916 venne nominato guardiamarina, durante la Prima Guerra Mondiale, si imbarcò sulla” Giulio Cesare” e poi sull’esploratore “Aquila”; quindi sul sommergibile F14 con il quale partecipò alla Beffa di Buccari, così battezzata da Gabriele D’Annunzio, nella notte fra il 10 e l’11 febbraio 1918.
Nell’ottobre 1922 ottiene il brevetto di pilota di idrovolante; nel 1923 consegue a pieni voti la laurea in ingegneria meccanica ed elettrotecnica. Ottiene il comando dell’idroscalo di Sesto Calende, viene notato da Francesco De Pinedo che lo vuole al suo fianco nella progettazione delle loro imprese.
Nel 1927, con Francesco De Pinedo e il motorista Vitale Zacchetti, fu ufficiale di rotta e secondo pilota a bordo di dell’idrovolante Savoia-Marchetti S.55 nominato “Santa Maria”, assieme condussero la trasvolata Atlantica dall’Europa alle Americhe. La trasvolata iniziò il 13 febbraio 1927 a Elmas (Cagliari), toccò Buenos Aires, da lì in Arizona e poi New Orleans, Memphis, Chicago, Terranova, le isole Azzorre, Lisbona, Barcellona con arrivo finale al Lido di Ostia il 16 giugno, dopo 43.820 km di volo per complessive 279 ore e 40 minuti. Nel giugno 1928, in coppia con Arturo Ferrarin, a bordo di un aeroplano Savoia-Marchetti S.64 conquistò il primato mondiale di durata di volo in circuito chiuso (7 666 km in 58 h 37 min). A luglio dello stesso anno, assieme ad Arturo Ferrarin, sempre a bordo del Savoia-Marchetti S.64 conquistano il primato di distanza senza scalo da Montecelio (Roma) a Touros (Brasile), percorrendo in 49 h 19 m 7 163 km.
L’8 agosto 1928, in Brasile, mentre con Ferrarin stanno provando l’idrovolante S.62 hanno un incidente. L’idrovolante precipita, Ferrarin è lievemente ferito, Carlo Del Prete riporta la frattura di entrambe le gambe e del femore. Gli viene amputata una gamba, ma le sue condizioni peggiorano fino al sopraggiungere della morte il 16 agosto 1928 a Rio de Janeiro. Per le sue straordinarie imprese, per essere al momento l’unico al mondo ad aver trasvolato tre volte l’atlantico, il 13 settembre 1928 venne insignito di Medaglia d’Oro al Valore Aeronautico.
Negli anni la sua memoria viene un poco dimenticata, anche nella sua città natale, tanto che la sua tomba è da 12 anni inaccessibile per gli interminabili lavori al cimitero comunale.